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Pasta, la storia degli ziti

Gli ziti sono un tipo di pasta di grano duro con una forma allungata, tubolare e cava, con superficie liscia. Per capirci, sono simili ai bucatini ma con un diametro più grande. Pur se confezionati come pasta lunga, la tradizione della cucina meridionale vuole che prima di cucinarli siano spezzati a mano in un piatto, assumendo dunque la “lunghezza” del palmo della mano che esegue questa operazione.

Ma perché il nome ziti? Per trovare una motivazione bisogna andare a Napoli, città che ha reso popolare questo tipo di pasta anche attraverso pellicole cinematografiche (la scena più conosciuta è quella interpretata da Sofia Loren in Sabato, domenica e lunedì di Lina Wertmuller). Zita da queste parti è la ragazza non ancora sposata. Di conseguenza lo zito è il suo omologo al maschile.

Ebbene, in passato più che oggi, per celebrare l’unione tra uno “zito” e una “zita” veniva preparato nei pranzi di nozze i “Maccheroni della zita”, ricetta utile a suggellare l’avvenuta unione.




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