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Un riconoscimento che arriva dopo altri specifici come, ad esempio, l’Arte del pizzaiuolo napoletano. Un traguardo storico che va ben oltre i nostri piatti più iconici: celebra un modo di vivere, un’identità culturale costruita attorno al cibo, alla famiglia, ai territori e alle tradizioni. La cucina italiana non è solo ricette: è gesto, memoria, creatività, artigianalità. È la pasta fatta a mano dalla nonna, è il profumo del sugo della domenica, è il pane che lievita con calma, è il rispetto per la stagionalità e per la biodiversità dei nostri territori.
In questo riconoscimento c’è tutto: la ricchezza delle cucine regionali, l’arte della trasformazione delle materie prime, i riti condivisi della tavola, la dieta Mediterranea come modello di equilibrio e sostenibilità, le tecniche tradizionali custodite da secoli. La cucina italiana è un patrimonio vivo, che cambia, si rinnova e continua a unire le persone. È cultura, è socialità, è cura. E oggi il mondo lo riconosce ufficialmente. Un motivo in più per essere orgogliosi delle nostre radici e per continuare a proteggere questo tesoro fatto di sapori, saperi e comunità.
