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Slow Food: domani inizia “Expo chiude, noi no”

testata_sito_italia-thumbnail«Lo avevamo detto sin dall’inizio: l’Expo per noi sarebbe stata soltanto una parentesi, sei mesi di impegno diverso dal solito, in un contesto non propriamente consono alle nostre abitudini. Ci occupiamo del tema Nutrire il Pianeta da tre decenni ormai (nel 2016 si celebreranno i 30 anni dalla fondazione di Slow Food Italia) e continueremo a occuparcene anche in futuro», commenta Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia. «Per noi, come per tante altre organizzazioni della società civile, la vera sfida inizia il primo novembre: chiude l’esposizione universale ma non si può e non si deve interrompere la discussione su come nutrire dignitosamente un pianeta la cui popolazione è in costante crescita e l’impatto del sistema alimentare su ambiente, salute, giustizia è sempre più insostenibile».
 
I cancelli di Expo non sono ancora chiusi e noi già siamo al lavoro sui prossimi grandi appuntamenti, sulle battaglie e le campagne che, dopo aver attraversato questi sei mesi, tornano alla ribalta. Ecco perché domani ri-cominciamo, con un calendario fittissimo. Nei prossimi giorni saremo impegnati a chiedere una legge per fermare il consumo di suolo, a proporre un bando definitivo agli Ogm o uno stop al Ttip. Continueremo a difendere quella biodiversità che noi tuteliamo da ormai 20 anni con la nostra Arca del Gusto e a cui ora abbiamo dedicato un vero e proprio Osservatorio.
 
La sfida a Expo 2015 era impegnativa: dar voce a chi si sente rappresentato dalla filosofia di Slow Food e dai progetti della rete di Terra Madre dentro un contenitore che per sua stessa caratteristica è più un parco tematico che un luogo dove davvero discutere e decidere il futuro del pianeta. «In conclusione di questi sei mesi, crediamo di aver raggiunto il nostro obiettivo: nel padiglione Slow Food sono passate migliaia di persone da tutto il mondo, ma soprattutto abbiamo accolto e dato la parola a tanti produttori di cibo, quelli che dovevano essere i veri protagonisti di questa Expo e che in troppi padiglioni hanno avuto un ruolo marginale o sono stati del tutto assenti», continua Pascale.
 
Il Teatro Slow Food ha ospitato quasi 400 laboratori dedicati ai più piccoli, coinvolgendo circa 1250 classi e 800 conferenze, offrendo la scena a storie e attori che hanno raccontato come giàoggi sia possibile pensare nuovi sistemi alimentari, nuovi modi di produrre, trasformare, distribuire, consumare cibo.
 
Il grande orto, che ha visto alternarsi alcune tra le più preziose colture del panorama agricolo lombardo, è stato a nostro avviso uno dei luoghi più simbolici di tutto l’evento: fotografato da migliaia di visitatori, è stato un orto produttivo e didattico allo stesso tempo, mostrando cosa significa concretamente produrre cibo “pulito” e come la cura della nostra terra madre sia qualcosa di cui possiamo e dobbiamo davvero occuparci tutti.
 
La mostra Salva la biodiversità, salva il pianeta ha ricevuto apprezzamenti dalle moltissime persone che si sono soffermate ai diversi tavoli a riflettere sulle provocazioni sui grandi mali del moderno modello alimentare e a cercare strade alternative, partendo dalle proposte di Slow Food. L’Albero del cibo è così diventato un simbolo importante della nostra Expo e non solo, accogliendo un’incredibile quantità di messaggi che ci hanno confermato l’importanza della nostra presenza, a pochi metri da realtà che propongono modelli diametralmente opposti ai nostri con le quali però, evidentemente, nel mondo di oggi ci si deve quotidianamente confrontare.
 
«Usciamo da questa Expo rafforzati nella convinzione di poter proseguire con ancor maggiore impegno le nostre battaglie, insieme ai tanti nuovi compagni di viaggio tra quanti sono venuti a visitare Expo in questi sei mesi e hanno portato a casa la voglia di non smettere più di pensare a come si può Nutrire il Pianeta in modo buono, pulito e giusto», conclude Pascale.
 
Molti gli eventi italiani e internazionali che vedranno protagonista la rete di Slow Food: Shillong (India) dal 3 all’8 novembre ospita Terra Madre Indigenous People, mentre la Corea del Sud, dal 18 al 22 novembre, lo Slow Food Asia Pacific Festival. In 500 scuole d’Italia l’11 novembre si celebra la Festa dell’Orto in Condotta, mentre a Roma il 29 novembre parteciperemo alla grande giornata di mobilitazione in vista della Conferenza per il clima di Parigi. Ovviamente non si ferma il lavoro nei circa 2000 orti che sono già nati in 34 Paesi africani, grazie all’impegno della nostra rete di volontari e attivisti.




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