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Grani Antichi o Grani Tradizionali? “Senatore Cappelli” dal 1915 ad oggi

Si sente sempre più parlare di varietà di grano, spesso sono declamati con il nome di Grani antichi; ma se ci soffermiamo a riflettere è anche piuttosto improprio definirli in tal modo, visto che si tratta di varietà riprese negli anni cinquanta, derivanti da un loro miglioramento genetico. Ne è un esempio il Senatore Cappelli, ottenuto attraverso una serie di incroci successivi di semi diversi che avevano come obiettivo il miglioramento della varietà Rieti, ottenuti da parte di Nazareno Strampelli. Sarebbe quindi più idoneo parlare di grani tradizionali, le cui caratteristiche genetiche derivano dall’ambiente e dal clima in cui vengono coltivati.
Esaminiamo in dettaglio la cultivar di Frumento duro (Triticum durum) Senatore Cappelli, ottenuta dal genetista Nazareno Strampelli che nei primi anni del novecento si concentrò soprattutto sul miglioramento genetico del grano tenero attraverso incroci (“ibridismo”) con semi provenienti da ogni parte del mondo.
Partendo dalla varietà Rieti Originario, coltivata da tempo immemorabile nel capoluogo sabino e molto apprezzata in tutta Italia verso la fine dell’ottocento – anche per il grosso pregio di resistere alla ruggine – il genetista Strampelli iniziò a studiarne i possibili incroci per ottimizzarne le caratteristiche.
Dopo tante prove e sperimentazioni, nel 1915, presso il Centro di Ricerca per la Cerealicoltura di Foggia selezionò una varietà con buone qualità di adattabilità e adatta alla pastificazione, ottenuta con l’incrocio della varietà tunisina Jeanh Rhetifah.
Ed è così che, nel 1923, prende il via la varietà denominata Senatore Cappelli, il cui nome vuole essere un omaggio al Deputato Raffaele Cappelli, nel frattempo divenuto senatore, che gli permise di effettuare delle semine sperimentali su dei campi di sua proprietà vicino a Foggia, essendo lui stesso interessato all’agricoltura. Un grano che ebbe subito un successo dilagante, per la sua maggiore produttività rispetto ai grani duri utilizzati in precedenza, con rese che passarono dalle 0,9 tonnellate per ettaro del 1920 a 1,2 della fine degli anni ’30.
Ad oggi, la produzione di grano duro interessa per l’80% il Mezzogiorno d’Italia e le regioni dove viene coltivato, seppur in piccole produzioni sono quelle del centro-sud d’Italia, in particolare Puglia, Sardegna, Basilicata, Lazio, Campania e Il comune di Asciano in Toscana. Soppiantato da varietà più precoci e con una resa maggiore, oggi il grano Senatore Cappelli è ancora da considerarsi una rarità, mentre fino a pochi anni fa era un grano comune.
La varietà “Cappelli” è inoltre una delle poche varietà di grano duro antico iscritte al Registro dell’ Ense (ora gestito dal CRA, Istituto di Ricerca per la Cerealicoltura) che, essendo una varietà può essere coltivata da tutti, a patto che venga utilizzato grano da seme certificato. Questione che sta creando un leggero disagio, visto che per la semina di questa varietà si potrà fare riferimento solo alla società bolognese SIS, che a seguito della partecipazione al bando del Crea di Foggia, è risultata vincitrice, aggiudicandosi per quindici anni l’esclusiva di riproduzione e certificazione del grano duro Senatore Cappelli.
Attualmente, in Italia, come si evince dalle ultime dichiarazioni del presidente della Sis Mauro Tonello, la volontà di valorizzare e far crescere questa varietà si sta dimostrando vincente; le superfici stanno aumentando in maniera importante e l’interesse di agroindustria è crescente. Nonostante le tante polemiche in atto che riguardano la gestione del seme, sembra che gli obiettivi di aumento della produttività, siano piuttosto chiari; infatti ad oggi le superfici destinate a Senatore Cappelli sono salite a cinquemila ettari e si vorrebbero raggiungere i trentamila entro il 2020.
Polemiche a parte, bisogna puntare alla valorizzazione del lavoro che i tanti produttori agricoli stanno affrontando, rendendo questo progetto di sviluppo e rivalorizzazione di questa varietà, concreto e virtuoso. Va inoltre sottolineato il valore salutistico e nutritivo di questa varietà, grazie agli studi che si stanno affrontando, con la partnership dell’equipe del professor Gasbarrini del Policlinico Gemelli di Roma, relative alle caratteristiche intrinseche del glutine del Senatore Cappelli.

Fosca Tortorelli

Bibliografia/Sitografia
• Miglioramento genetico delle piante agrarie, Edagricole-New Business Media, 2018
• Lorenzeti R. La scienza del grano. L’esperienza scientifica di Nazareno Strampelli e la granicoltura italiana dal periodo giolittiano al secondo dopoguerra Copertina flessibile Ministero Beni Att. Culturali, 2000
• Suma F., Cannone P. Il grano Senatore Cappelli. Alle origini della «rivoluzione verde», 2015
• https://terraevita.edagricole.it/attualita/frumenti-antichi-torna-nostre-tavole-senatore-cappelli
• http://www.teatronaturale.it/pensieri-e-parole/associazioni-di-idee/25641-il-grano-senatore-cappelli-venduto-dal-crea-alla-societa-italiana-sementi-spa.htm
• https://granosalus.it/2018/05/09/pasta-senatore-cappelli-ecco-le-marche-prive-di-titolo




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